Torre Colimena & Salina dei Monaci

La Salina dei Monaci è un abbassamento sabbioso ed è collegata al mare, mediante un canale scavato nella roccia della scogliera. La salina a partire dal 1731, serviva per la popolazione che raccoglieva il sale per il bisogno alimentare. Durante le mareggiate, la salina si allagava e permetteva di raccogliere due volte l’anno, quello che veniva chiamato “l’oro bianco”. Nel 1940 – 1950 fu avviata un’opera di bonifica antimalarica. Ma solo dal 2010 è stata recuperata e inserita nell’Elenco delle Aree naturali protette italiane con la realizzazione di un Parco grande 25 mila metri quadrati, e ripristinando un habitat naturale, con esemplari di flora alofila quali: crisantemi marini, giuncheti , salicornie, macchia mediterranea con specie arbustive basse rappresentate da ginestra spinosa, cisti, lentisco, mirto, fillirea. Qui possiamo incontrare i Cavalieri d’Italia, ed i Fenicotteri Rosa. La Palude del Conte è una zona più umida ed abbraccia il territorio che va da Avetrana, Manduria e Porto Cesareo, anche qui riscontriamo la tipica macchia mediterranea con arbusti di mirto, lentisco, estesi canneti e pini d’aleppo.

Guarda il documentario andato su Rai 1© nella trasmissione Linea Verde© per scoprire altro ancora su questa meta ambita.

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Parco Archeologico di Manduria

L’area del Parco archeologico delle Mura Messapiche, estesa circa 15 ettari, comprende gran parte dei resti delle cinte difensive della città antica e oltre 1000 tombe scavate nella roccia, che ci permettono di comprendere la straordinaria grandezza del popolo messapico manduriano. Le mura difensive della città messapica sono rappresentate da tre cerchie murarie concentriche di grandezza e tipologia costruttiva differenti. La cerchia interna (V sec. a.C.) ha un perimetro di oltre 2 km; risulta costituita da blocchi irregolari disposti di testa, motivo per cui lo spessore del muro è dato dalla lunghezza degli stessi (m. 2.00); sul suo lato esterno si trova un fossato. La cerchia esterna (III sec. a.C.), che ingloba la precedente, è lunga circa 3 km. e fu realizzata con un doppio paramento di blocchi disposti di testa, che racchiude un riempimento interno; misurando in larghezza oltre 5 metri. Anche in questo caso la fortificazione presenta un fossato esterno. Un terzo muro fu individuato dagli scavi del 1955-60 all’interno del primo fossato relativo alla prima cerchia e per tale ragione fu considerato come un’opera di rinforzo della stessa.
All’esterno delle Mura, lungo il perimetro settentrionale e orientale, furono rinvenute circa un migliaio di tombe, costituenti la necropoli del Parco. La fossa di forma rettangolare, ricavata nel banco di sabbione conchiglifero, che costituisce lo strato geologico naturale del sito, può presentare un piano di posa omogeneo, più o meno levigato, oppure può prevedere, al centro dello stesso, un incavo allungato, pressoché rettangolare e quattro pozzetti angolari. Diverse tombe conservano, ancora oggi, evidenti tracce dell’intonaco che ne rivestiva le pareti interne, sul cui perimetro superiore spesso si sviluppavano orizzontalmente basse fasce dipinte a colori alterni (rosso-azzurro). I sepolcri, in genere coperti da tre lastroni più o meno regolari tra loro connessi per una migliore tenuta mediante dentelli di incastro, appaiono contornati da un regolare abbassamento della superficie tufacea, la cosiddetta ‘controfossa’, che serviva a perimetrare l’area funeraria.

Guarda il documentario andato su Rai 3© nella trasmissione Geo© per scoprire Manduria e le sue eccellenze.

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